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      .. Quando il mugnaio si fu persuaso che tutto era andato precisamente cosė, se ne sentė accorato ed anche offeso.
      - Guardate com'č la gente! Non potete occuparvi del prossimo, visto che non ne avete bisogno e non lo temete. Che bella cosa! Non c'č che dire! E questi sono dei maestri - dei letterati! A quanto pare, siete pių teneri della vostra austeritā che dell'anima del prossimo.
      E sentendo con quale facilitā varie idee si formavano nella sua testa, Tihon Pāvlovitsc disse bruscamente a voce alta:
      - Se potessimo lottare con te, maestro, chi sa chi ne avrebbe la peggio!
      Lulkíts trottava avvicinandosi alla stazione che appariva dietro le colline; un treno veniva verso la stazione, fischiando e lanciando un grosso pennacchio ondeggiante di vapori bianchi, riempiendo l'aria di assordante rumore.
      E al fracasso del treno facevano eco i rombi del tuono della grossa nuvola che aveva giā invaso di tenebre i due terzi del cielo.
      Alcuni momenti dopo, Tihon Pavlovitsc era seduto in uno scompartimento e filava attraverso le steppe seguendo con gli occhi le zone di grano e di terra di fresco vangata che correvano innanzi al finestrino.
      I guizzi dei lampi squarciavano continuamente il cielo nero, e il tuono rumoreggiava al disopra del treno che correva a tutto vapore. Il rumore delle ruote striscianti sulle rotaie, e lo strepito delle catene che riunivano le vetture si fondevano col rombo del tuono, mentre i lampi, insopportabilmente vivi, accecavano gli occhi, brillando ad ogni momento innanzi alle finestre.


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Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





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