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      - Questo è anche, vero, sospirò il mugnaio.
      E pensò:
      - E se andassi veramente in trattoria? E prendessi... costei, anche con me?... Chissà, qualche cosa potrebbe pure uscirne...
      - Verresti con me in trattoria? chiese.
      Essa non rispose subito, e rimase qualche tempo come impacciata.
      - Se vuoi... solamente qualcuno deve venire qui a prendermi.
      - Auf!.. Chi è costui?
      - Io dico davvero... è un artigiano.
      - Che te ne importa? Lascialo stare... Su! andiamo.
      L'idea di una piccola orgia cominciava decisamente a sorridergli.
      - Vengo,.. vengo... Chissà, forse lo incontreremo per via...
      - Che bisogno c'è? disse il mugnaio, alzandosi dalla panca. Cammina!
      Essa si alzò. Grande, ben fatta, con il capo coperto da un fazzolettino bianco, essa camminava vicino al mugnaio, muscoloso e forte, con l'abito che gli scendeva quasi fino ai calcagni.
      - Sarebbe stato così bene se l'avessimo incontrato, diceva essa, e trovò utile per qualche ragione di aggiungere a mo' di spiegazione: è monco.
      - Come mai?
      - È la macchina che gli ha troncato ambo le braccia.
      - E che te ne fai, allora? domandò Tihon Pavlovitsc, un pò meravigliato.
      - Gli è che canta molto bene.
      - Oh!
      - Abbiamo voluto andare oggi con lui verso il fiume, nel bosco...
      - Bene... disse il mugnaio con un sorriso. Che si fa, ora?
      - Ma nulla, disse essa brevemente.
      Usciti dal giardino e saputo dove si dovesse andare, il mugnaio chiamò una carrozza. Sbalzando sul terreno ineguale, la piccola carrozza corse con un rumore di ferravecchi tra due file di case. Non era tardi.


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Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





Tihon Pavlovitsc