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      Un vecchietto, quasi bianco, dal viso devoto e macilento, stava seduto in un angolo vicino alla stufa, e teneva gli occhi semichiusi con una espressione dolcemente voluttuosa. Molte altre persone, stranamente sparpagliate nella grande sala affumicata, non facevano alcuna attenzione agli altri.
      Il mugnaio s'installò con la sua compagna in un angolo oscuro, vicino ad una porta che dava accesso ad una cameretta, e guardavano ben bene tutta la trattoria illuminata da cinque lumi fissati ai muri. La loro tavola stava vicino ad una finestra aperta, dalla quale un tiepido venticello, pregno di diversi odori, soffiava mollemente su loro.
      - Come ti chiami, bella mia?
      - Anna.
      - Ebbene, Annuscka, beviamo per fare conoscenza.
      E mescè due bicchierini di acquavite da una bottiglia posta davanti a loro; toccarono i bicchierini e bevettero. Annuscka si tolse il fazzolettino dalla testa e parve più leggiadra; i capelli folti, ondulati, erano castani; gli occhi bruni, tagliati a mandorla, avevano un scintillio vivace e simpatico nella loro profondità. Ora essa li socchiudeva, ora li spalancava, mentre la mano bianca e grassotta tormentava pian piano sul petto le increspature della camicetta di mussola.
      - Sai ballare la danza russa? le chiese Tihon Pavlovitsc dopo averla esaminata, pensando che essa dovesse essere molto bella nella danza, quando la ballerina si avanza di lato, e muove le spalle.
      - So ballare..... rispose essa, e riempì di nuovo i bicchieri.
      - E non fai il broncio all'acquavite, a quanto pare! disse scherzando il mugnaio.


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Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





Annuscka Tihon Pavlovitsc