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      - No, certo.... La nostra vita è così.... Non possiamo fare a meno di bere.... affermò, essa tranquillamente.
      - E ne soffri davvero tanto? continuò a chiedere il mugnaio, senza celare la sua diffidenza, e continuando a sorridere in aria di scherzo.
      Essa non rispose lì per lì; scosse dapprima le spalle, si accomodò i capelli sulla testa, spezzò un pezzettino di pane nero, lo annasò a mo' di un matricolato ubbriacone, poi se lo mise in bocca, e, masticando lentamente, disse:
      - Io credo che se si obbligasse voialtri, sebbene uomini, ad abbracciare qualsiasi donna, ne sareste disgustati. Mentre noi vi siamo obbligate.... perchè questo è il nostro pane. E pochissimi, fra voi, sono belli; il più spesso sono così ributtanti, da nauseare. E poi, c'è anche il peccato. Noi non siamo pertanto delle creature insensibili - pensiamo a Dio, - e ci vergogniamo pure. Qualchevolta, specie dopo aver bevuto, siamo prese da tale angoscia, da passarci quasi una corda attorno al collo.... Naturalmente, si beve subito una mezza bottiglia e ci si abbrutisce così a digiuno. Poi ci lasciamo andare al bel tempo.... è impossibile menare una vita simile senza acquavite; non si può...; ci sarebbe da impazzirne...
      Fin dal principio di questo discorso, Tihon Pavlovitsc aveva sentito che gli occhi della donna, fissi sul suo volto come a volerselo scolpire nella memoria, gli torturavano il cuore.
      Quando essa aveva detto «sono così ributtanti»... ed aveva fatto una pausa dopo quelle parole, egli aveva sentito molte cose offensive per lui in quella pausa.


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Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





Dio Tihon Pavlovitsc