Ma cos'è che le necessita? Se potessi capire questo!
Gli tornò in mente Kusma.
- Ecco, egli è libero! Vive, e non si cura di nulla... non è assediato da alcuna idea. E intanto, se vogliamo ragionare bene, egli pure ha un'anima. Anche il maestro di scuola ha un'anima. Eppure tutti gli uomini sono diversi l'uno dall'altro. Ecco che questa.... donna dice la stessa cosa: «Mi vergogno di vivere,» dice. E perchè vergognarsene, se questo è il destino? Neppure un capello cadrà dal capo, se Dio non vuole.
E qui, ricordò qualcosa di lontano, di vago, ma che gli avvolse di nuovo cervello e cuore in una nebbia umida e pesante.
Sospirò penosamente, bevve di nuovo, e rovesciatosi sullo schienale della sedia, si sprofondò nei suoi pensieri.
Non si sa perchè ripensò alla tromba dell'orchestra militare nel giardino.
«Uff! uff!» mugiva essa attraverso la folla delle altre note. Poi ricordò esattamente il rumore di ferrivecchi della carrozzella, che rompeva in modo così grossolano il triste silenzio della sera.
«È mai possibile capire sè stesso quando l'uomo è, per così dire, come un mulino, se macina tutto il giorno col suo spirito ogni specie di cose? pensò Tihon Pavlovitsc con un dispetto contro qualcuno. - Felici quelli che capiscono il come e il perchè; ma noi, lo possiamo forse? No, noi siamo come ciechi chiusi fra due porte. L'anima.. ciò si capisce! Ma qual'è il mio diritto cammino, - come posso capirlo? questo è il difficile!
Eppure, qualcosa nel più profondo del suo interno lo rodeva; sempre, e in continuazione, era punto da una sensazione acuta.
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Kusma Dio Tihon Pavlovitsc
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