E gli pareva di essersi sdoppiato: una delle sue metà si sforzava insensibilmente a spingere l'altra ed a disfarsene; eppure, con quelle mille precauzioni che egli soleva avere quando trattava gli affari coi contadini, egli cercava di mistificare sè stesso.
- Dico forse il contrario, io? si chiedeva egli, colla fronte corrugata. Sono un peccatore indurito, e lo capisco. Ma come fare per rendermi più leggero? Quando verrà quaresima, andrò a confessarmi; ma intanto, devo pure penare.
E nello stesso tempo sentiva benissimo che non gli era di nessun giovamento lo stare lì, tutto solo, e che l'angoscia lo assaliva di nuovo a poco a poco e s'impadroniva di lui. Temeva il suo ritorno.
Stando in giardino, e anche durante la via, s'era alquanto acquetata, ed ecco che riappariva, diventava più grande, lo piombava nelle tenebre, facendogli provare un grande malessere e una grande confusione. Si alzò, si versò un altro bicchierino d'acquavite, bevve e tornò nella stanza in cui si ora seduto entrando.
- Dove è andata a farsi impiccare quella diavolessa? pensò egli indignato.
Molti occhi curiosi si erano rivolti su lui. L'uomo nero dai baffi di soldato lo squadrava fissamente, e nei suoi occhi c'era qualcosa di cattivo. Egli si volse indietro e si scostò. Un uomo alto, in camicia rossa, le cui maniche vuote, cadenti dalle spalle svolazzavano liberamente sui fianchi, gli stava davanti. La barba castana, a punta, allungava il suo volto pallido, estenuato, in cui gli occhi grigi brillavano come per febbre; il collo lungo, dal pomo d'Adamo estremamente pronunciato, dava a quello strano personaggio qualcosa dell'aspetto di una cicogna.
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Adamo
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