Questo si chiama la fi-lo-so-fia della vita reale... non è così?
E lanciando una dopo l'altra, a Tihon Pavlovitsc queste frasi sconnesse ed oscure, quel mutilato delle due braccia pareva ardere e bollire nello stesso tempo. Il tono del suo discorso era strano; vi si notava un amaro dispetto, una completa disperazione, il sarcasmo per qualche cosa o per qualcuno, e quasi una mistica paura di quelle leggi e di quella forza - parole che egli pronunciava con accento speciale e abbassando la voce.
Tihon Pavlovitsc capì poco del suo discorso, ma ne provò una certa nervosa timidezza, e sentì che gli spiegava qualcosa. E quando il mutilato, ansante per quello che aveva detto, fece una pausa, gli chiese timoroso e pensoso:
- Dunque, non vi è alcuno rifugio per l'uomo?
- Alcuno! disse il monco con gli occhi sfavillanti; e, curvo con tutto il corpo verso Tihon Pavlovitsc, aggiunse con voce strozzata e severa: Le leggi! Le cause segrete e le forze misteriose, capite?
Inarcò le sopracciglia e chinò il capo in aria d'importanza, ed aggiunse ancora: - Tutto è ignoto! Tenebre! Egli si raggomitolò su sè stesso, sprofondò la testa fra le spalle, e parve al mugnaio che, se il suo interlocutore avesse avuto le mani, gli avrebbe certamente fatto un segno con le dita. E così vivi, ma non ti lamentare, e cedi. E poi, nulla più...
- Ah! sì! disse il mugnaio, strascicando le parole, mentre chinava la fronte pensierosa, tormentandosi la barba con una mano. E l'anima, allora?
- L'anima? Avete visto nelle cantine e in altri siti di questo genere dei fanciulletti, dei bambinelli?
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Tihon Pavlovitsc Pavlovitsc Tihon Pavlovitsc
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