Ecco, quelli rappresentano l'anima sulla terra! Questa è una prova...
- E come va dunque, se c'è la coscienza?
- Ecco... vengono...
E il mutilato fece un cenno col capo.
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Rossa in viso, e col petto ansante, Annuscka stava sotto l'arco della porta; una faccia baffuta, col berretto spavaldamente inclinato sull'orecchio, e con gli occhi beffardamente socchiusi, si disegnava dietro le sue spalle.
- Mikàil Antònitsc! Ecco Kostia!... Auf! sono proprio stanca!
- Kostia? disse il mutilato animandosi. Benissimo! Sarà un vero godimento! Vieni qua, Kostia!... Questo qui, borghese, si può dire che è uomo, un vero ingegno! Questa è un'anima!
Un giovinetto magro e giallo, curvo, dal petto cavo, dalle labbra sottili, semiaperte, attraverso le quali si scorgeva una doppia fila di denti neri, rosi dal tartaro, sorse di sotto il gomito di Annuscka, allo stesso modo di uno che appare improvvisamente dopo essersi tuffato in mare.
Il rumore si sparse ad un tratto nella stanza; i nuovi venuti avevano portato seco tutto un arsenale di strumenti diversi. L'uomo baffuto, dagli occhi beffardi, era un suonatore di fisarmonica; egli sedette subito in un angolo del divano, e posò sulle ginocchia un grande strumento con un numero incalcolabile di chiavi, e stabilì un accordo estremamente acuto; dopo di che guardò vittoriosamente Tihon Pàvlovitsc e si mescè un bicchierino di acquavite.
Oltre Annuscka venne un'altra giovinetta, una certa Tània, come la chiamò un giovanotto in camiciotto, operaio, commesso, o che so io.
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Annuscka Antònitsc Kostia Kostia Annuscka Tihon Pàvlovitsc Annuscka Tània
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