Sedettero vicino alla finestra, e Annuscka, il musicante, Tihon Pāvlovitsc, il mutilato e Kostia formarono un gruppo intorno alla tavola. Molta gente stava giā riunita nella camera vicina; quasi tutte le tavole erano occupate, e un rumore briaco, possente, si elevava, formando un insieme assordante.
Il mutilato e Kostia parlavano piano di qualche cosa; la faccia di Kostia era rischiarata da grandi occhi turchini, profondamente infossati, sottolineati da grandi macchie oscure. Egli indossava una podilevka1 una camicia rossa e degli stivali. Annuscka mormorava qualche cosa al musicante con un sorrisetto astuto, e questi l'ascoltava e lanciava di quando in quando delle occhiate indifferenti sul mugnaio.
Tutti si sentivano un pō intimiditi, specialmente Tihon Pāvlovitsc, disorientato alla vista di tutte quelle faccio sconosciute che badavano poco a lui. Provō la sensazione di parere sciocco e goffo, e benchč, per l'acquavite bevuta e per i discorsi avuti col mutilato, sentisse il cervello come annebbiato, sentė la necessitā di mostrarsi buon padrone di casa. In quel momento Annuscka e Tania si facevano dei segni con gli occhi e ridevano di qualche cosa; l'uomo dal camiciotto le approvava ridendo forte e cordialmente; il musicante traeva dal suo strumento lunghi suoni striduli, e il mutilato e Kostia scambiavano tra loro qualche monosillabo.
Tihon Pāvlovitsc tossė con voce rauca per attirare l'attenzione su di lui, e fu capito. Tutti si agitarono, e si strinsero intorno alla tavola.
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