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      - Come sarebbe a dire? chiese il musicante con fare scettico, corrugando le sopracciglia e muovendo i baffi.
      - Ma, così... essa è sensibile alla tristezza, capito? e poi, incatenatela subito per esempio con la Lutscinuscka2, oppure con «Il bel sole rosso tramontava». E allora afferratela d'un tratto con i Ciobòti3 oppure «Nei prati.» Ma con impeto, con fiamma, con danza pazza - qualcosa di ardente! Quando le avrete dato una buona spinta, l'anima si raddrizzerà tutta! Allora tutto sarà in armonia, e comincerà una azione viva e possente. - Si ha voglia di qualche cosa e non si ha bisogno di nulla. L'angoscia e la gioia si fondono e brillano come l'arcobaleno!..
      Il mutilato soffocava d'emozione e dondolava curiosamente il corpo, come se avesse l'intenzione di sprofondarsi nel pavimento sotto i piedi del musicante. Il rumore nella trattoria diventava sempre più caotico, assordante, briaco.
      Ad un tratto, un'alta nota di tenore, vibrata e strascicante, e quanto mai melanconica, vibrò nell'aria.
      - «Eh! eh! nella tempesta!...»
      - St! st! sibilò il mutilato, rizzando il capo e guardando tutt'ingiro il pubblico con i grand'occhi spalancati, nei quali si leggeva una viva espressione di preghiera, di paura e di piacere.
      Il pubblico tacque subitamente e fissò Kostia, il quale, seduto sul divano, aveva la faccia pallida e le labbra contratte semi-aperte, dalle quali uscivano sempre più acute e tremanti le note alte, ma già spezzate, prodotte evidentemente da un petto ammalato.
      - Tania, tortorella, sostieni! mormorava il monco con voce supplichevole.


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Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





Lutscinuscka Ciobòti Kostia