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      La complessità della funzione intellettuale nei diversi Stati si può misurare obiettivamente dalla quantità delle scuole specializzate e dalla loro gerarchizzazione: quanto piú estesa è l'«area» scolastica e quanto piú numerosi i «gradi» «verticali» della scuola, tanto è piú complesso il mondo culturale, la civiltà, di un determinato Stato. Si può avere un termine di paragone nella sfera della tecnica industriale: l'industrializzazione di un paese si misura dalla sua attrezzatura nella costruzione di macchine per costruire macchine e nella fabbricazione di strumenti sempre piú precisi per costruire macchine e strumenti per costruire macchine ecc. Il paese che ha la migliore attrezzatura per costruire strumenti per i gabinetti sperimentali degli scienziati e per costruire strumenti per collaudare questi strumenti, si può dire il piú complesso nel campo tecnico-industriale, il piú civile ecc. Cosí è nella preparazione degli intellettuali e nelle scuole dedicate a questa preparazione: scuole e istituti di alta cultura sono assimilabili). (Anche in questo campo la quantità non può scindersi dalla qualità. Alla piú raffinata specializzazione tecnico-culturale non può non corrispondere la maggiore estensione possibile della diffusione dell'istruzione primaria e la maggiore sollecitudine per favorire i gradi intermedi al piú gran numero. Naturalmente questa necessità di creare la piú larga base possibile per la selezione e l'elaborazione delle piú alte qualifiche intellettuali - di dare cioè all'alta cultura e alla tecnica superiore una struttura democratica - non è senza inconvenienti: si crea cosí la possibilità di vaste crisi di disoccupazione degli strati medi intellettuali, come avviene di fatto in tutte le società moderne).


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Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura
di Antonio Gramsci
pagine 299

   





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