«Pour Nietzsche, l'intellectuel est "chez lui", non pas là oú il est né (la naissance, c'est de l'"histoire"), mais là oú lui-même engendre et met au monde: Ubi pater sum, ibi patria, "Là oú je suis père, oú j'engendre, là est ma patrie"; et non pas oú, il fut engendré». Stefan Zweig, Influence du Sud sur Nietzsche, «Nouvelles Littéraires», 19 luglio 1930 (è forse il capitolo di un libro tradotto da Alzir Hella et Olivier Bournac).
Cfr. Angelo Scarpellini, La Battaglia intorno al latino nel settecento in «Glossa Perenne», 1929. (Riassume i termini della lotta combattuta nel '700 pro e contro lo studio del latino e specialmente l'uso di esso nelle scritture, che è la quistione fondamentale dal punto di vista di un rivolgimento nell'attitudine e nei rapporti dei ceti intellettuali verso il popolo).
[Tramonto della funzione cosmopolita degli intellettuali italiani.] Forse si potrebbe far coincidere il tramonto della funzione cosmopolitica degli intellettuali italiani con il fiorire degli avventurieri del '700: l'Italia a un certo punto non dà piú tecnici all'Europa, o perché le altre nazioni hanno già elaborato una classe colta propria o perché l'Italia non produce piú capacità a mano a mano che ci allontaniamo dal '500; e le vie tradizionali di «far fortuna» all'estero sono ormai percorse da imbroglioni che sfruttano la tradizione. Da vedere e da porre in termini esatti.
[La patria di Cristoforo Colombo.] Il particolare chauvinisme italiano trova una sua manifestazione nella letteratura che rivendica le invenzioni, le scoperte scientifiche.
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