Casa editrice Scherl: «Lokal Anzeiger», lettura prediletta dei bottegai e della piccola borghesia fedele alla vecchia Germania imperiale; il «Tag», per un pubblico piú scelto; la «Woche», la «Gartenlaube» (il «Pergolato»).
Giornali da destra a sinistra: «Deutsche Zeitung», ultra nazionalista, ma poco diffusa; «Völkischer Beobachter» di Hitler, poco diffuso (20.000). Poco diffusa è anche la «Neue Preussische Zeitung» (10.000) che continua ad esser chiamata «Kreuzzeitung»: è l'organo classico degli Junker (latifondisti prussiani), ex-ufficiali nobili, monarchici e assolutisti, rimasti ricchi e solidi perché poggianti sulla proprietà terriera; ma invece tira 100.000 copie la «Deutsche Tageszeitung», organo del Bund der Landwirte (Federazione degli agrari), che va in mano dei minori proprietari e dei fattori e contribuisce a mantenere fedele all'antico regime l'opinione pubblica delle campagne.
Tedesco nazionali: il «Tag» (100.000); «Lokal Anzeiger» (180.000); «Schlesische Zeitung»; «Berliner Börsen Zeitung» (giornale finanziario di destra); «Tägliche Rundschau» (30.000), ma importante perché era ufficioso di Streseman; «Deutsche Allgemeine Zeitung», organo dell'industria pesante, anch'esso tedesco-popolare. Altri giornali tedesco-popolari, cioè di destra moderata con adesione condizionata all'attuale regime e diffusi tra gli industriali, sono: la «Magdeburgische Zeitung», la «Kölnische Zeitung» (52.000), di fama europea per la sua autorità in politica estera, l'«Hannoverschej Kurier», le «Münchner Neueste Nachrichten» (135.000) e le «Leipziger Neueste Nachrichten» (170.000).
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