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      Trombetti e la monogenesi del linguaggio. La «Nuova Antologia», che in un articolo di Pericle Ducati (già da me notato precedentemente) aveva esaltato l'opera del Trombetti per l'interpretazione dell'etrusco, nel numero del 1° marzo 1929 pubblica una nota di V. Pisani, Divagazioni etrusche, completamente stroncatoria. Il Pisani ricorda contro il Trombetti alcuni canoni elementari per lo studio critico della scienza delle lingue:
      1) Il metodo puramente etimologico è privo di consistenza scientifica: la lingua non è il puro lessico, errore volgare e diffusissimo: le singole parole astrattamente prese, anche somigliantissime in una determinata fase storica, possono: a) essere nate indipendentemente l'una dall'altra; esempio classico mysterion greco ed ebraico, con lo stesso significato: ma in greco il significato è dato da myst- ed -erion è suffisso per gli astratti, mentre in ebraico è il contrario: -erion (o terion) è la radicale fondamentale e myst- (o mys-) è il prefisso generico; cosí haben tedesco non ha la stessa origine di habere latino, né to call inglese di calèo greco o di calère latino (chiamare), né ähnlich tedesco può unirsi ad anàlogos, greco, ecc. Il Littmann pubblicò, nella «Zeitschrift der Deutschen Morgenl. Gesellschaft», LXXVI, pp. 270 sgg., una lista di queste apparenti concordanze per dimostrare l'assurdità dell'etimologia antiscientifica; b) possono essere state importate da una lingua all'altra, in epoche relativamente preistoriche: per esempio: l'America è stata «scoperta» da Cristoforo Colombo «solo» dal punto di vista della civiltà europea nel complesso, cioè Cristoforo Colombo ha fatto entrare l'America nella zona d'interesse della civiltà europea, della storia europea; ma ciò non esclude, tutt'altro, che elementi europei, o di altri continenti, possano essere andati in America anche in gruppi relativamente considerevoli e avervi lasciato delle «parole», delle forme lessicali piú o meno considerevoli; ciò può ripetersi per l'Australia e per ogni altra parte del mondo; come si può allora affermare, come fa il Trombetti, su numeri relativamente scarsi di forme lessicali (30-40), che tali forme siano documento della monogenesi?


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Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura
di Antonio Gramsci
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