Mario Sobrero e il romanzo Pietro e Paolo puņ rientrare nel quadro generale del brescianesimo per il chiaroscuro.
Francesco Perri e il romanzo Gli emigranti. Questo Perri non č poi Paolo Albatrelli dei Conquistatori? In ogni modo č da tener conto anche dei Conquistatori. Negli Emigranti il tratto piś caratteristico č la rozzezza, ma non la rozzezza del principiante ingenuo che in tal caso potrebbe essere il grezzo non elaborato ma che lo puņ diventare: una rozzezza opaca, materiale, non da primitivo ma da rimbambito pretenzioso. Secondo il Perri il suo romanzo sarebbe «verista» ed egli sarebbe l'iniziatore di una specie di neorealismo; ma puņ oggi esistere un verismo non storicistico? Il verismo stesso del secolo XIX č stato in fondo una continuazione del vecchio romanzo storico nell'ambiente dello storicismo moderno. Negli Emigranti manca ogni accenno cronologico e si capisce. Vi sono due riferimenti generici: uno al fenomeno dell'emigrazione meridionale, che ha avuto un certo decorso storico e uno ai tentativi di invasione delle terre signorili «usurpate» al popolo che anche essi possono essere ricondotti a epoche ben determinate. Il fenomeno migratorio ha creato una ideologia (il mito dell'America) che ha contrastato la vecchia ideologia alla quale erano legati i tentativi sporadici ma endemici di invasione delle terre, prima della guerra. Tutt'altro č il movimento del '19-'20 che č simultaneo e generalizzato ed ha una organizzazione implicita nel combattentismo meridionale.
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