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      Cirano dello Scribe, Cirano del cav. Renzi, sotto il pennacchio, sotto la volgaritą del tuo ultimo trucco, tu continui le gesta di Francesco Rčpaci, continui le gesta di Mario Gioda. Hai anche tu aperto una succursale a Porta Palazzo, ti vedremo passeggiare al chiaro di luna in compagnia del cav. Bonvito, la tua Rossana, e sbavare lunghi racconti di intrighi romanzeschi, e dare prove di complotti e poi soffregarti le mani soddisfatto: provino che non č vero, provino che č inventato. Povero Cirano quanto schifo per la tua finzione, e per la tua vita sdrucciolata nelle lubricitą delle latrine follaiole. I fratelli Chiarella hanno veramente del genio. Ti hanno preso per il naso e ti espongono nella loro vetrina: sanno fare i loro affari: Torino, hai il teatro che ti meriti.
      Sichel, Renzi, il Trovatore, i Pagliacci, l'operetta tutta da ridere: realtą gelatinosa: lo sberleffo e il gemito sentimentale, la finzione della falsitą inzuccherata e la vita dei tuoi angiporti: Cirano che dą il braccio al questurino, il libertario che scrive l'apologia del deputato commissario di polizia. Il teatro non č che la continuazione della tua vita, e la tua vita č tutta nel libro nero della polizia.
      (11 settembre 1917).
      Contrasti. Una cavallerizza, una moglie adultera, una fanciulla ingenua, un marito sordo e grottesco, due giovanotti eleganti e stupidi, un imbroglione foderato di tutte le grossolanitą. I sette personaggi giocano a rincorrersi, a infinocchiarsi reciprocamente: dicono una infinitą di scempiaggini, la loro vita č tutta una scempiaggine.


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Letteratura e vita nazionale
di Antonio Gramsci
pagine 573

   





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