Mimķ č un'artista, una pittrice: č una bohźme, amica e compagna di ventura di altri bohźmes. Ha la fortuna di trovare tutti galantuomini: affamati, ma galantuomini, milionari, ma galantuomini. E sale, diventa gloriosa, e sempre i galantuomini le allietano l'esistenza. La guerra ha proprio, nella commedia di Fraccaroli, rinnovato il mondo: il mondo č un idillio arcadico, soffuso di foglioline di rosa, in ognuna delle quali č scritto un frizzo per far sempre migliorare il sangue. Mimķ anch'ella si mantiene pura e onesta: sta per cedere, sta per insozzare la natura sua candidissima in un'avventura, tiratavi piś che altro dal buon cuore, e dal nobilissimo sentimento della gratitudine, ma non ne fa niente. L'amore vero, quello che si trova cosķ spesso citato nell'«Amore illustrato» e nei melodrammi del Piave, la distoglie dai mali passi, e la conduce a un ospedale militare dove il suo bene, arrivatovi proprio caldo caldo, la sospira.
Applausi a ogni atto, sempre piś tiepidi. Il successo relativo (troppo a ogni modo, e apportatore di nuove sciagure) fu dovuto all'interpretazione: suggestiva in Maria Melato, misurata, efficacissima nel Paoli.
(26 ottobre 1917).
«Silvestro Bonnard» di Anatole France al Carignano. Silvestro Bonnard messo in iscena non č piś il Silvestro Bonnard di Anatole France. La concretezza della sua personalitą non resiste alla traduzione del romanzo in commedia. La sua vita č nella parola, č celebrazione di tutta la realtą, e si dissolve nella scena o si colora di elementi estranei, che cozzano con quelli originari dando luogo a una azione scenica talvolta trivialissima, priva come č completamente di ogni spiritualitą, pura macchina teatrale che si trascina terra terra.
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