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      Ustica è molto piú graziosa di quanto appaia dalle cartoline illustrate che ti invierò: è una cittadina di tipo saraceno, pittoresca e piena di colore. Non puoi immaginare quanto io sia contento di girellare da un angolo all'altro del paese e dell'isola e di respirare l'aria del mare dopo questo mese di traduzioni da un carcere all'altro, ma specialmente dopo i sedici giorni di Regina Coeli passati nel piú assoluto isolamento. Penso di diventare il campione usticese nel lancio del sasso a distanza, perché ho già battuto tutti gli amici.
      Ti scrivo un po' balzelloni, cosí come mi viene, perché sono ancora un po' stanco. Carissima Tatiana, non puoi immaginare la mia emozione quando a Regina Coeli ho vista la tua calligrafia sulla prima bottiglia di caffè ricevuta e ho letto il nome di Marietta; sono letteralmente ridiventato un bambino. Vedi, in questo tempo, sapendo con certezza che le mie lettere sarebbero state lette secondo le disposizioni carcerarie, mi è nato una specie di pudore: non oso scrivere intorno a certi sentimenti e se cerco di smorzarli per adeguarmi alla situazione, mi pare di fare il sacrestano. Perciò mi limiterò a scriverti alcune notizie sul mio soggiorno a R. C. in relazione a quanto tu mi domandi. Ho ricevuto la giacca di lana che mi è stata estremamente utile, e cosí le calze ecc. Avrei sofferto molto freddo senza di esse, perché sono partito col paltò leggero e, sceso al mattino prestissimo, quando abbiamo tentata la traversata Palermo-Ustica faceva un freddo cane.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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