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      Ho ricevuto i piattini che mi è dispiaciuto lasciare a Roma, perché ho dovuto mettere tutto il mio bagaglio nella foderetta (che mi ha reso servizi inestimabili) ed ero sicuro di romperli. Non ho ricevuto il Cirio, né la cioccolata, né il pane di Spagna che erano proibiti: li ho visti segnati nella lista, ma con l'avvertenza che non potevano passare; cosí non ho avuto il bicchierino per il caffè, ma ho provveduto io costruendomi un servizio di mezza dozzina di gusci d'uovo montati superbamente su un piedestallo di mollica di pane. Ho visto che ti sei impressionata perché i pranzi erano quasi sempre freddi: niente di male, perché ho sempre mangiato, dopo i primi giorni, almeno il doppio di quanto mangiavo in trattoria e non ho mai sentito il piú piccolo disturbo, mentre ho saputo che tutti i miei amici hanno avuto malesseri e hanno abusato di purganti. Vado convincendomi di essere molto piú forte di quanto mai potessi credere, perché, a differenza di tutti, me la sono cavata con la semplice stanchezza. Ti assicuro che, eccettuate pochissime ore di tetraggine una sera che hanno tolto la luce dalle nostre celle, sono sempre stato allegrissimo; lo spiritello che mi porta a cogliere il lato comico e caricaturale di tutte le scene era sempre attivo in me e mi ha mantenuto giocondo nonostante tutto. Ho letto sempre, o quasi, riviste illustrate e giornali sportivi e mi stavo rifacendo una biblioteca. Qui ho stabilito questo programma: 1° star bene per stare sempre meglio di salute; 2° studiare la lingua tedesca e russa con metodo e continuità; 3° studiare economia e storia.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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