Mi porto un libro, passeggio, leggo, fumo qualche sigaretta. A mezzogiorno ricevo il pranzo di fuori e cosí alla sera ricevo la cena: non riesco a mangiare tutto, quantunque mangi piú che a Roma. Alle sette di sera vado a letto e leggo fino alle 11 circa. Ricevo durante il giorno cinque giornali quotidiani: Corriere, Stampa, Popolo d'I., Giornale d'I., Secolo. Sono abbonato alla biblioteca, con doppio abbonamento e ho diritto a 8 libri la settimana. Compro ancora qualche rivista e «Il Sole», giornale economico-finanziario di Milano. Cosí leggo sempre. Ho letto già i Viaggi di Nansen e altri libri di cui ti parlerò un'altra volta. Non ho sentito malesseri di sorta, all'infuori del freddo dei primi giorni. Scrivimi, carissima, e mandami notizie di Giulia, di Delio, di Giuliano, di Genia e di tutti gli altri: e tue notizie, tue notizie. Ti abbraccio.
Antonio
La passata lettera e questa non sono affrancate, perché mi sono dimenticato in tempo utile di acquistare i francobolli.
19.
26 febbraio 1927
Carissima mamma,
mi trovo a Milano nelle carceri giudiziarie di San Vittore, fin dal 7 febbraio. Sono partito da Ustica il 20 gennaio e mi è stata qui trasmessa una tua lettera, senza data, ma che deve essere dei primi giorni di febbraio. Non devi preoccuparti di questo mutamento nelle mie condizioni; esso aggrava solo fino ad un certo punto il mio stato; c'è solo un aumento di seccature e di noie, niente altro. Non voglio neanche dirti minutamente in che consiste l'accusa che mi si fa, poiché neanche io sono bene riuscito a comprenderlo fin'ora; si tratta in ogni modo delle solite quistioni politiche per le quali ero già stato colpito coi cinque anni di confino a Ustica.
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