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      Ci vorrà pazienza ed io pazienza ne posseggo a tonnellate, a vagoni, a case (ti ricordi come diceva Carlo quando era piccino e mangiava qualche dolce saporito? «Ne vorrei cento case»; io di pazienza ne ho kentu domus e prus).
      Dovrai tu aver pazienza e bontà, però. La tua lettera invece mi pare che mi ti mostri in tutt'altro stato d'animo. Scrivi che ti senti vecchia ecc. Ebbene, io sono sicuro che tu sei ancora molto forte e resistente, nonostante la tua età e i grandi dolori e le grandi fatiche che hai dovuto attraversare.
      Corrias, corriazzu, ti ricordi? Sono sicuro che ci vedremo ancora tutti assieme, figli, nipoti e forse, chissà, pronipoti, e faremo un grandissimo pranzo con kulurzones e pardulas e zippulas e pippias de zuccuru e figu sigada (non di quei fichi secchi, però, di quella famosa zia Maria di Tadasuni). Credi che a Delio piaceranno i pirichittos e le pippias de zuccuru? Penso di sí e che anche lui dirà di volerne cento case; non puoi credere quanto rassomigli a Mario e a Carlo bambini, per quanto io ricordi, specialmente a Carlo, a parte il naso che Carlo aveva allora appena rudimentale.
      Qualche volta penso a tutte queste cose e mi piace di ricordare i fatti e le scene della fanciullezza: ci trovo molti dolori e molte sofferenze, è vero, ma anche qualcosa di allegro e di bello. E poi ci sei sempre tu, cara mamma, e le tue mani sempre affaccendate per noi, per alleviarci le pene e per trarre una qualche utilità da ogni cosa. Ti ricordi i miei agguati per avere il caffè buono, senza orzo e altre porcherie del genere?


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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