Certo in quella notte pensai parecchio alle mie possibilità fisiche di resistenza, che allora non avevo ancora potuto misurare e che valutavo poche; è possibile che nella lettera ci sia stato un riflesso di quegli stati d'animo. In ogni caso devi credere che, se pure allora potei avere, come tu dici, un po' di sconforto, esso è passato rapidamente e non si è piú ripetuto. Vedo tutto con molta freddezza e tranquillità e pur non facendomi illusioni puerili, sono fermamente convinto di non essere destinato a marcire in galera. Tu e gli altri dovete cercare di far stare allegra la mamma (dalla quale ho ricevuto una lettera alla quale non so come rispondere) e di assicurarla che la mia onorabilità e la mia rettitudine non sono affatto in quistione: io sono in carcere per ragioni politiche, non per ragioni di onorabilità. Credo proprio che avvenga l'inverso: se non tenessi alla mia onorabilità, alla mia rettitudine, alla mia dignità, se cioè fossi stato capace di avere una cosí detta crisi di coscienza e mutare d'opinione, non sarei stato arrestato e non sarei andato a Ustica, tanto per cominciare. Di questo dovete persuadere la mamma; mi preme molto. Scrivimi e fammi scrivere da tutti: non ho piú visto neanche la firma di Grazietta; come sta?
Abbraccio Paolo affettuosamente; tanti baci a te e ai tuoi bambiniNino
24.
4 aprile 1927
Cara, cara Tania,
ho ricevuto, nella scorsa settimana, due tue cartoline (del 19 e del 22 marzo) e la lettera del 26. Sono molto spiacente di averti addolorato, penso anche che tu non hai capito bene il mio stato d'animo, perché non mi sono espresso bene e mi dispiace che tra noi possano formarsi degli equivoci.
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Ustica Grazietta Paolo Tania
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