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      Le armi erano semplici: i cucchiai, strofinati al muro, in modo che la calce segnava i colpi nell'abito. Poi Bologna, due giorni, con altre scene; poi Milano. Certo questi 5 mesi sono stati movimentati e ricchi di impressioni per uno o due anni di rimuginamento. Questo ti spiega come passo il tempo, quando non leggo; ripenso a tutte queste cose, le analizzo capillarmente, mi ubbriaco di questo lavoro bizantino. Inoltre tutto diventa oltremodo interessante, di ciò che avviene intorno a me e che riesco a percepire. Certo mi controllo assiduamente, perché non voglio cadere nelle monomanie che caratterizzano la psicologia dei detenuti; a ciò mi aiuta specialmente un certo spiritello ironico e pieno di umore che mi accompagna sempre. E tu cosa fai e a che pensi? Chi ti compra i romanzi d'avventura, ora che io non ci sono? Sono persuaso che hai riletto le mirabili istorie di Corcoran e della sua amabile Lisotta. Frequenti quest'anno le lezioni del Policlinico? Il professor Caronia, è lui che ha trovato il bacillo del morbillo? Ho visto le sue lamentevoli vicende; non ho capito dai giornali se il professor Cirincione è stato sospeso anch'egli. Tutto ciò è, almeno in parte, legato al problema della mafia siciliana. È incredibile come i siciliani, dal piú infimo strato alle cime piú alte, siano solidali tra loro e come anche degli scienziati di innegabile valore corrano sui margini del Codice Penale per questo sentimento di solidarietà. Mi sono persuaso che realmente i siciliani fanno parte a sé; c'è piú somiglianza tra un calabrese e un piemontese che tra un calabrese e un siciliano.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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