La mia vita fisica è facilmente immaginabile lo stesso. Leggo molto: in questi tre mesi ho letto 82 libri della Biblioteca del carcere, i piú bizzarri e stravaganti (la possibilità di scelta è piccolissima); ho poi una certa quantità di libri miei, un po' piú omogenei, che leggo con piú attenzione e metodo. Inoltre leggo cinque giornali al giorno e qualche rivista. Ancora: studio il tedesco e il russo e imparo a memoria nel testo una novella di Puškin, la Signorina-contadina. Ma, in verità, mi sono accorto che, proprio al contrario di quanto avevo sempre pensato, in carcere si studia male, per tante ragioni, tecniche e psicologiche.
Ho ricevuto, la settimana scorsa, la tua lettera del 15 III. Attendo con molta ansia le tue lettere e sono molto felice quando le ricevo. Vorrei che tu potessi trovare il tempo di descrivermi la tua vita e la vita di Delio, specialmente. Ma immagino quanto devi essere sempre occupata. Quante cose vorrei sapere.
Sai, quando ho ricevuto questa tua lettera, dove parli del famoso Atlante, avevo solo qualche giorno prima restituito alla Biblioteca il Guerrin Meschino, un popolarissimo romanzo cavalleresco italiano, molto letto dai contadini ecc., meridionali specialmente; avrei voluto trascrivere qualche pezzo geografico contenuto nel romanzo, dei più spassosi (la Sicilia è messa nelle terre polari, per esempio) per rassicurarti che c'è stato qualcuno che conosceva la geografia anche meno di te; non parliamo della storia, perché in tal caso bisognerebbe citare il sullodato prof.
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