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      Ti abbraccio affettuosamenteNino
     
      35.
     
      27 giugno 1927
     
      Carissima mamma,
      ho ricevuto la tua lettera del 2 con la fotografia di Mea. La tua precedente lettera l'avevo poi ricevuta e ad essa ho anche risposto. Le mie notizie sono sempre le stesse; la salute è abbastanza buona e tiro avanti. In queste ultime settimane ho avuto un grosso dispiacere; è venuta da Roma a Milano mia cognata Tatiana per visitarmi, ma è caduta ammalata e dal 14 maggio si trova in un ospedale, senza ancora essere potuta venire a vedermi. Spero che adesso stia bene (cosí mi scrive, almeno) e che fra giorni mi farà una visita.
      La fotografia di Mea non mi piace. Sai a cosa pensavo? Che lo scudo d'argento che avevo mandato per farle un cucchiaino, tu l'hai conservato e glielo hai messo nel salvadanaio o alla posta. Mi pare di vedere nella faccia di questa bambina i lineamenti potenziali di una beghina che dà il denaro in prestito al 40 per cento d'interesse. Mi pare che tutti insieme, tu, Grazietta e Teresina avete rovinato Edmea. Non dimenticherò mai che la prima volta che Mea venne a spasso con me, avendole chiesto se voleva i cioccolattini, mi rispose di darle i soldi che li avrebbe messi alla posta. Ti pare un bel modo questo di educare i bambini? Io mi domando perché una ragazza educata cosí possa sentire ripugnanza a prostituirsi; se le avete insegnato che il denaro vale per se stesso e non per i servizi che può procurare? Io desidero proprio che Mea abbia un cucchiaino e non uno scudo, devi scrivermi se hai fatto ciò.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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