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      In questo momento attraverso un certo periodo di stanchezza morale, in relazione ad avvenimenti di carattere famigliare. Sono molto nervoso e irascibile; non riesco a concentrarmi su nessun argomento, anche se interessante, come quello trattato nella tua lettera. D'altronde ho perduto ogni contatto col vostro ambiente e non so immaginare quale sia il carattere delle trasformazioni avvenute nella media dei confinati. Una delle attività piú importanti, secondo me, da svolgere da parte del corpo insegnante sarebbe quella di registrare, sviluppare e coordinare le esperienze e le osservazioni pedagogiche e didattiche; da questo ininterrotto lavoro solo può nascere il tipo di scuola e il tipo di insegnante che l'ambiente richiede. Che bel libro si potrebbe fare, e quanto utile, su queste esperienze. Poiché tale è la mia opinione, mi è difficile darti dei consigli e tanto meno scodellarti, come tu dici, una serie di idee «geniali». Penso che la genialità debba essere mandata nel «fosso» e debba invece essere applicato il metodo delle esperienze piú minuziose e dell'autocritica piú spassionata o obiettiva. Caro Berti, non pensare che io voglia scoraggiarti o aumentare il turbamento che già esiste in te, come mi scrivi. Io penso, cosí all'ingrosso, che la scuola dovrebbe essere in tre gradi (fondamentali, perché ogni grado potrebbe essere diviso in corsi): il terzo grado dovrebbe essere quello degli insegnanti o equiparati, e funzionare piuttosto come circolo che come scuola in senso comune.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Berti