Mi pare che abbia una leggera tendenza a diventare grasso come papà. Prima di venire da me, Mario era andato a visitare mia cognata all'ospedale, cosí mi ha dato sue notizie e mi ha un po' tranquillizzato. Egli mi ha promesso di scriverti subito per dirti che mi ha trovato assai bene di salute. Ciò che mi hai scritto di lui mi pare esagerato. Nessuno, in questo caso, può essere piú spassionato e obbiettivo di me, poiché Mario milita nel campo opposto al mio. Quando io sono stato a visitarlo, qualche anno fa, in casa sua, credo di essermi fatta un'opinione esatta su tutto l'ambiente di cui egli era una specie di eroe. Ma sono cose che è meglio non scrivere e d'altronde Mario è mio fratello e gli voglio bene nonostante tutto. Spero che adesso si occupi piú delle sue faccende e che metta la testa a partito. Se ritornerà a trovarmi, come mi ha detto, vedrò di trovare il modo di dirgli qualcosa, specialmente per sua moglie che non è certo una donna come te, e che si affloscerebbe come uno straccio se dovesse lottare con una difficoltà appena appena seria. Altro che rinunciare ai bagni o alla villeggiatura o a un nuovo vestito.
Mi dispiace che Grazietta stia sempre male; perché non mi scrive qualche volta? Abbraccio tutti affettuosamente; tanti, tanti baci a teNino
(E la predica di prete Poddighe quando me la mandi?)
45.
29 agosto 1927
Carissima Tania,
giovedí ho avuto il colloquio con mio fratello Mario, che mi ha rassicurato sulle tue condizioni. Ero talmente sovraeccitato per la mancanza di tue notizie, che dopo il colloquio e la scarica nervosa da esso determinata, mi sono sentito male: non ho dormito tutta la notte e devo aver avuto un po' di febbre.
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