Ma io ci credo poco. Baci infiniti a tutti.
NinoQuesta lettera a Grazietta, s. d., sembra compresa tra il 29 agosto 1927 («Mi dispiace che Grazietta stia sempre male; perché non mi scrive qualche volta?», lettera alla madre) e il 29 dicembre 1930, data della prima lettera pervenutaci di G. a Grazietta. Nella lettera si legge infatti: «Ti dò la mia parola, che quando ti risposi era la prima volta che ricevevo da te direttamente qualche notizia».
47.
12. IX. 1927
Carissima Tania,
ho ricevuto le tue due lettere; ricevo ogni giorno la frutta che mi mandi. Sono stato molto contento di averti visto e di aver potuto scambiare qualche parola con te. È stata proprio una consolazione averti visto, dopo questi 4 mesi di ansie e di brutti pensieri. Perché mi hai trovato mutato? Io non so rendermene conto. È vero che i mutamenti, con questa vita, si succedono cosí lentamente che il «paziente» può non accorgersene. Mi pare che tu non sei mutata gran che; forse eri troppo in preda alla paura di vedermi, è vero? Io invece penso di essermi «sviluppato» nel senso della freddezza e della indifferenza esterna, ho perduto molto del mio «meridionalismo». Non credo di essere diventato insensibile, tutt'altro; forse invece ho acquistato un po' di sensibilità nervosa e morbosa, ma ho perduto l'abito esterno della sensibilità. È vero che tu mi hai ricordato Giulia; ho osservato che vi rassomigliate molto, nonostante alcuni tratti spiccati di personalità propria e inconfondibile. Del resto, ricordi che un pomeriggio a Roma ti ho rivolto la parola credendo che tu fossi Giulia?
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