Pagina (113/803)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Non so quando potrai avere il secondo colloquio. Ti vorrei dire a voce, meglio dell'altra volta, che non devi preoccuparti troppo di me. Sai che sono già passati 10 mesi dal giorno del mio arresto? Il tempo passa molto in fretta, è vero, ma è anche molto lungo. Io penso che ho già imposto troppi sacrifici ai miei fratelli e anche a te. Su mio fratello Mario non posso piú contare. L'ho capito un mese fa, dopo una lettera di mia madre. La mamma mi scrisse d'aver ricevuto una lettera dalla moglie di Mario, con molti lamenti ecc. Scrissi a Mario di venire a colloquio; mi sembrò molto imbarazzato. Dopo il colloquio, scrisse al mio paese, a mio fratello Carlo, in forma allarmatissima, da quanto posso immaginare. Carlo mi scrive come se io fossi sull'orlo della tomba; parla di venire lui a Milano e ha pensato persino di condurre la mamma, una donna di 70 anni circa, che non si è mai mossa dal villaggio e non ha mai fatto un viaggio in ferrovia piú lungo di 40 kilometri. Cose da manicomio, che mi hanno addolorato e anche un po' irritato contro Mario, che poteva essere piú franco con me e non terrorizzare la vecchia mamma. Basta. Ho deciso per tutto questo di porre un termine a questo stato di cose, riducendomi, se occorre, al puro vitto carcerario. Ci sono però delle pendenze e queste mi preoccupano assai. Scusami lo sfogo, cara Tania, e non addolorarti. Vedi che io ti scrivo proprio come a una sorella e tu in tutto questo tempo sei stata per me piú che una sorella. Perciò ti ho anche tormentato un po', qualche volta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Mario Mario Mario Carlo Milano Mario Tania