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      È un giudicando di un paese vicino a Monza, imputato di furto e devastazione di una casa di malaffare: eccesso di zelo nella ricerca di cocaina da parte di una specie di squadra del buon costume. Questa compagnia mi ha divagato enormemente in questi giorni; è un giovanotto, questo detenuto, abbastanza sveglio e spiritoso e io mi affiato rapidamente con chiunque. Per adesso almeno, gli argomenti di conversazione non sono esauriti.
      Hai letto il romanzo della Kennedy? Un altro romanzo abbastanza interessante è quello di Henri Beraud; non ti pare, se l'hai letto, che riproduca abbastanza bene, lo stile secco e nervoso di vecchi cronisti francesi? Degno di esser letto è anche il libro di memorie di André Gide, del quale non so se tu conosci la restante letteratura poetica e romanzesca. Il romanzo di R. Bacchelli - Il diavolo al Pontelungo - ha avuto molto successo, da quanto ho letto nella stampa. Sai; il Bacchelli appartiene a una scuola che nel dopoguerra è stata molto discussa, quella dei cosidetti «rondisti» (perché la loro rivista si intitolava la «Ronda»); essi hanno «scoperto» che il Leopardi è il piú grande scrittore italiano e che la prosa del Leopardi dà il migliore modello alla letteratura moderna. Hanno pubblicato una bellissima antologia della prosa del Leopardi, ma mi pare che tutto il loro sforzo si sia esaurito in questa antologia; dal romanzo non si capisce bene in che cosa il Bacchelli innovi la letteratura italiana moderna e segni una tappa. Certo non appare in esso l'armonia delle parti e la completa fusione tra la forma espressiva e la concezione che sono proprie del Leopardi.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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