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      Non mi pare troppo e neppure molto. Potrei ridurre i caffè a due e le sigarette a 10 senza difficoltà e per le sigarette cercherò di farlo. Credi che si è trattato solo di una cosa scherzosa.
      Ti abbraccio teneramenteAntonio
     
      68.
     
      12 XII 1927
     
      Carissima mamma,
      ho ricevuto la tua lettera del 30 novembre, dopo quasi un mese che non ricevevo piú notizie. Sarà bene che tu mi scriva o mi faccia scrivere almeno ogni 15 giorni; basterà anche solo una cartolina. Nella vita che io sono costretto a fare, l'assenza di notizie diventa qualche volta un vero tormento. - Non so piú cosa scriverti per consolarti e farti stare con l'animo tranquillo. Sulla tranquillità del mio spirito non devi mai avere dei dubbi. Non sono un bambino né un bamboccio, ti pare? La mia vita è stata sempre regolata e diretta dalle mie convinzioni, che non erano certo né capricci passeggeri, né improvvisazioni del momento. Perciò anche il carcere era una possibilità da affrontare, se non come un divertimento leggero, come una necessità di fatto che non mi spaventava come ipotesi e non mi avvilisce come stato di cose reale. D'altronde, anche le mie condizioni di salute, che nei primi tempi mi preoccupavano un po', oggi mi hanno rassicurato. L'esperienza mi ha provato che sono molto piú forte, anche fisicamente, di quanto io stesso credessi; tutto ciò contribuisce a farmi vedere il prossimo futuro con freddezza e serenità. Vorrei che anche tu te ne convincessi.
      Ho ricevuto notizie, buone abbastanza, dai bambini e da Giulia. Delio si sviluppa molto bene.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Giulia