Ho osservato a lungo la fotografia, confrontandola con quelle che mi avevi mandato prima. - (Ho dovuto interrompere la lettera, per farmi fare la barba; non ricordo piú ciò che volevo scrivere e non ho voglia di ripensarci. Sarà per un'altra volta).
Saluti affettuosi a tutti. Ti abbraccio.
Nino
83.
27 febbraio 1928
Carissima Tania,
per una felicissima congiunzione di astri favorevoli, la tua lettera del 20 mi è stato consegnata il 24, insieme alla lettera di Giulia. Ho ammirato molto la tua bravura nelle diagnosi, ma non sono caduto nei sottili lacci della tua furberia letteraria. Non pensi che sarebbe preferibile esplicare la propria bravura su altri soggetti che non sulla propria persona? (Non per augurare male al prossimo, s'intende, se di prossimo si può parlare in questo caso. Tu hai letto bene e studiato le idee di Tolstoi? Dovresti confermarmi il significato preciso che Tolstoi dà alla nozione evangelica di «prossimo». Mi pare che egli si attenga al significato letterale, etimologico della parola: «chi ti è piú vicino, quelli della tua famiglia, cioè, e, al massimo, quelli del tuo villaggio»). Insomma, non sei riuscita a cambiarmi le carte in tavola, mettendomi innanzi dimostrativamente la tua bravura di medico, per farmi riflettere meno alle tue condizioni di paziente. Sulla flebite, poi, io mi sono formato una cultura speciale, perché negli ultimi quindici giorni di residenza ad Ustica, ho dovuto ascoltare le lunghe disquisizioni di un vecchio avvocato perugino che ne soffriva e si era fatto arrivare quattro o cinque pubblicazioni in proposito.
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