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      Cosí si sono formati tutta una serie di pregiudizi e di affermazioni gratuite, sulla saldezza della struttura famigliare come sulla dose di genialità che la provvidenza si sarebbe degnata di dare al nostro popolo, ecc. ecc. Anche in un recentissimo libro del Michels è ripetuto che la media dei contadini calabresi, anche se analfabeti, è più intelligente della media dei professori universitari tedeschi; così molta gente si crede esonerata dall'obbligo di far sparire l'analfabetismo in Calabria. Io credo che i costumi familiari delle città, data la recente formazione dei centri urbani in Italia, non possono essere giudicati astraendo dalla situazione media generale di tutto il paese, che è ancora molto bassa e che può essere, da questo punto di vista, riassunta in questo tratto caratteristico: un estremo egoismo delle generazioni tra i 20 e i 50 anni, che si verifica ai danni dei bambini e dei vecchi. Naturalmente non si tratta di una stigmata di inferiorità civile permanente: sarebbe assurdo e sciocco il pensarlo. Si tratta di un dato di fatto storicamente controllabile e spiegabile e che sarà indubbiamente superato con l'elevazione del livello di vita materiale. La spiegazione, secondo me, è nella struttura demografica del paese, che prima della guerra portava a un carico di 83 persone passive per ogni 100 lavoratori, mentre in Francia, con una ricchezza enormemente superiore, il carico era solo di 52 ogni 100. Troppi vecchi e troppi bambini in confronto delle generazioni medie, impoverite numericamente dall'emigrazione.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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