Le stesse accuse, con riferimento agli stessi art. del Codice Penale, mi furono mosse nel 1923, quando ero all'estero. Fummo assolti già in prima istanza, quantunque ci fosse un documento con tanto di firme riconosciute autentiche dagli imputati. Adesso sarò certamente condannato a molti anni, nonostante che l'accusa contro di me si basi su un semplice referto della polizia e su impressioni generiche incontrollabili; ma il confronto tra il '23 e il '28 basta a dare la nozione della «gravità» in sé del processo attuale e a caratterizzarlo. Ecco perché io sono cosí tranquillo. Tu pensi che ciò che deve contare non sono queste circostanze accessorie, ma il fatto reale della condanna e del carcere da soffrire? Ma devi anche contare la posizione morale, non ti pare? Anzi è solo questo che dà la forza e la dignità. Il carcere è una bruttissima cosa; ma per me sarebbe anche peggiore il disonore per debolezza morale e per vigliaccheria. Perciò tu non devi allarmarti e addolorarti troppo e non devi mai pensare che io sia abbattuto e disperato. Devi aver pazienza e, in ogni caso, non credere alle panzane che possono pubblicare sul mio conto.
Spero che tu abbia ricevuto oramai tutte le mie precedenti lettere. Rinnovo gli auguri piú fervidi e affettuosi per il tuo onomastico e ti abbraccio teneramente.
Nino
88.
12 marzo 1928
Carissima Tania,
ho ricevuto solo qualche giorno fa la tua lettera datata dal 21 febbraio. Ti ringrazio per le informazioni che mi trasmetti sulle condizioni di salute dei bambini: Giulia me ne accennava solo fuggevolmente.
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Codice Penale Tania Giulia
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