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      Il riccio di Giuliano devi tenerlo tu e non cercare di farmelo pervenire chiedendo un permesso speciale: non so spiegare esattamente il perché, ma una simile pratica mi desta un certo senso di repugnanza invincibile. Io mi accontento delle tue descrizioni, ti assicuro, senza risentire, per questa soluzione, il dispiacere che invece sentirei se sapessi che diversamente tu sei andata a chiedere e a dare spiegazioni ecc. ecc.: sento proprio una repugnanza per queste cose che davvero vorrei comunicarti.
      Sono un po' preoccupato perché nuovamente circola la notizia di una prossima partenza e non vorrei che, arrivando fino a te, ti determinasse a uscire dalla clinica prima del tuo completo ristabilimento e magari a partire da Milano ancora troppo debole. Se ciò avvenisse, ne sarei enormemente addolorato e te ne manterrei il broncio per lungo tempo. Adesso tu devi pensare solo a guarire e a riprendere le forze. In ogni caso, se veramente la mia partenza fosse imminente, ci rivedremmo a Roma. Io farò tutte le cose per benino. Ho mandato fuori ancora dei libri (altri 22 pezzi) e manderò fuori rapidamente il resto. Con me porterò solo la biancheria indispensabile. Manderò fuori anche la valigia, con un paio di scarpe, l'abito nuovo e un soprabitino di mezza stagione. Penso che la valigia, con la biancheria che manderò fuori, e qualche libro per i primi tempi di Roma può essere spedita a grande velocità; il resto dei libri può andare a piccola velocità; non me li rimanderai se non dopo aver avuto mie indicazioni, giacché solo una parte di essi, che mi serviranno per studiare o per consultazione, mi saranno necessari.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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