Pagina (182/803)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ebbene, rimasi mezz'ora alla lavagna, mi imbiancai di gesso dai capelli alle scarpe, tentai, ritentai, scrissi, cancellai, ma finalmente «inventai» una dimostrazione che fu accolta dal professore come ottima, quantunque non esistesse in nessun trattato. Questo professore conosceva mio fratello maggiore, a Cagliari, e mi tormentò con le sue risate ancora per tutto il tempo della scuola: mi chiamava il fisico grecizzante.
      Carissima Tania, bando agli avvilimenti e scrivimi spesso. Ti abbraccio.
      Antonio
     
      Mi sono dimenticato di raccontarti come ho cercato di mettere ieri in imbarazzo la signora Pina. Poiché sabato Tulli è andato a colloquio, mi domandò se avevo qualche desiderio speciale per il desinare di Pasqua. Io ho sempre avuto dei desideri che non sono mai riuscito a soddisfare: vorrei mangiare dei rognoni di rinoceronte e un cosciotto di pangolino; in linea subordinata mi accontenterei di una testina di capretto al forno. Tulli si rifiutò di fare la commissione per ciò che riguardava il rinoceronte e il pangolino, giustamente preoccupato di non obbligare sua moglie a ricerche troppo lunghe nelle macellerie; volle limitarsi solo alla testina di capretto. Ma ieri la testina non arrivò, naturalmente; solo fu annunziato per domani, martedí. Io non ci credo neanche per domani, perché gli agnelli e i capretti arrivano in città senza testa, ma voglio informarmi sui seguiti che la faccenda avrà avuto. Spero che la signora Pina non vada troppo in collera con me; fammi il piacere di metterci tu una buona parola.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Cagliari Tania Pina Tulli Pasqua Pina