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      Che, in fondo, la detenzione e la condanna le ho volute io stesso, in certo modo, perché non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione. Che perciò io non posso che essere tranquillo e contento di me stesso. Cara mamma, vorrei proprio abbracciarti stretta stretta perché sentissi quanto ti voglio bene e come vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente. La vita è cosí, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini.
      Ti abbraccio teneramente.
     
      Nino
     
      Ti scriverò subito da Roma. Di' a Carlo che stia allegro e che lo ringrazio infinitamente. Baci a tutti.
     
      100.
     
      27 giugno 1928
     
      Carissima Tania,
      nessuna novità in vista, fino a questo momento. Ignoro quando partirò. Non è però escluso che la mia partenza avvenga fra giorni; potrei essere messo in transito oggi stesso.
      Ho ricevuto una lettera di mia madre qualche giorno fa. Scrive di non aver ricevuto mie lettere dal 22 maggio, cioè da quando ero a Milano. Da Roma ho scritto a casa almeno 3 volte: anche l'ultima lettera la inviai a mio fratello Carlo. Scrivi tu una lettera a mia madre, spiegandole che io posso adesso scrivere pochissimo, solo una volta ogni 15 giorni, e che devo distribuire le due lettere mensili tra lei e te. Posso invece ricevere lettere senza limiti: mia madre crede invece che ci sia un limite anche per la recezione. Informala sulla quistione della mia partenza sospesa per Portolongone dopo la visita speciale del medico, e sulla probabilità di una assegnazione migliore.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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