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      Non solo, ma è un mio continuo rimorso l'averti dato tante preoccupazioni e l'averti fatto compiere tanto lavoro per me. Ti scriverò a lungo su questo argomento, quando sarò riposato e potrò meglio connettere. Tu devi solo comprendere che da quando io mi trovo in carcere, ho fatto tutto uno sforzo volontario per controllare i miei sentimenti e i miei affetti e tenerli infrenati il piú possibile: è questa una forma di autodifesa. Cosí può essere avvenuto, e anzi deve essere avvenuto certamente, che spesso nelle mie lettere, io sia apparso arido, secco, un po' egoista, ecc. ecc. Ma in ogni caso escludo che da esse potesse trarsi la conseguenza che tu ne hai tratto. Ti scriverò a lungo appena giunto a destinazione e scriverò a Giulia. Attendo con molta impazienza le fotografie promesse. Carissima Tania, ti abbraccio teneramenteAntonio
     
      102.
     
      20 luglio 1928
     
      Carissima Tania,
      sono giunto a destinazione ieri mattina. Ho trovato la tua lettera del 14 e una lettera di Carlo con 250 lire. Ti prego di scrivere tu a mia madre per comunicare quelle cose che possono interessarla. D'ora in poi scriverò solo ogni 15 giorni una lettera, ciò che mi porrà dinanzi a dei veri casi di coscienza. Cercherò di essere ordinato e di utilizzare al massimo la carta disponibile.
      1°. Il viaggio Roma-Turi è stato orribile. Si vede che i dolori da me sentiti a Roma e che mi sembravano un mal di fegato, non erano che l'inizio dell'infiammazione che si manifestò in seguito. Stetti male in modo incredibile. A Benevento trascorsi due giorni e due notti infernali; mi torcevo come un verme, non potevo stare né seduto, né in piedi, né sdraiato.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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