Mi sono sempre dimenticato di scriverti di non mandarmi l'apparecchio per il meta, perché io ne possiedo già uno tutto d'alluminio; non ho mai domandato di averlo in cella, perché ho saputo che ad altri è stato rifiutato; d'altronde non mi serve molto. L'ho tenuto perché sono persuaso che col tempo lo permetteranno in tutte le case di pena, giacché in parecchie è già entrato e viene provveduto dalla stessa amministrazione.
Cara, ti abbraccio affettuosamente.
Antonio
Mandami anche, se puoi, i semi di qualche bel fiore.
120.
11 marzo 1929
Carissima Tatiana,
bisogna proprio che ti ringrazi cordialmente per la tua frequenza nello scrivere: quando ricevo della corrispondenza provo una vera gioia, un po' fanciullesca persino. Oggi stesso ho ricevuto la tua cartolina di 200 lire; avevo pochi giorni fa ricevuto 200 lire da Carlo e cosí alla fine del mese avrò ancora a libretto 1150 lire, una somma rispettabile, come vedi. Nella cartolina di oggi scrivi di «lettere di Giulia e di libri», che avrei dovuto ricevere. Di Giulia ho ricevuto l'ultima lettera il 2 marzo, speditami da te il 28 febbraio: accenni a quella? Altre non ne ho ricevuto. Quindici giorni fa ti scrissi mezza lettera, che forse ti è stata spedita in ritardo da Carlo, dove, tra l'altro ti domandavo alcune cose: m'ero dimenticato però di pregarti di mandarmi anche qualche scatola di Ovomaltina, giacché sto per ultimare quella speditami da Carlo qualche mese fa. I libri spediti dall'avvocato li ho ricevuti. Ne mancano alcuni: certamente mancano i seguenti, come ho controllato: Benedetto Croce, Storia della storiografia italiana nel sec.
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