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      Ho riletto in questi giorni le tue lettere da un anno in qua e ciò mi ha fatto sentire nuovamente la tua tenerezza. Sai che quando ti scrivo, qualche volta mi pare di essere troppo secco e arcigno, in confronto a te che cosí naturalmente mi scrivi. Mi pare di essere come quando qualche volta ti ho fatto piangere, specialmente la prima volta, ti ricordi?, quando fui proprio cattivo per partito preso. Vorrei sapere cosa ti ha scritto Tania del suo viaggio a Turi. Perché mi pare che Tania concepisca la mia vita in modo troppo idillico e arcadico, tanto che mi tormenta non poco. Non riesce a persuadersi che io debbo stare entro certi limiti e che non deve mandarmi nulla che io non abbia domandato, perché non ho a mia disposizione un magazzino particolare. Adesso mi annunzia alcune cose, assolutamente inutili e che non potrò mai utilizzare, invece di attenersi strettamente a ciò che io le ho raccomandato.
      Ti mando due fotografie: la grande riproduce i due figli di mia sorella Teresina: Franco e Maria, l'altra mia madre con in braccio la stessa bambina un po' piú grandicella. Mio padre sostiene che la bambina rassomiglia a Giuliano; io non sono in grado di giudicare. Certo il maschietto non rassomiglia a nessuno della mia famiglia: è il ritratto del padre, che è un sardo autentico, mentre noi siamo solo metà sardi: la bambina invece ha piú l'aria di famiglia. Qual'è il tuo giudizio? - Ho finito di leggere in questi giorni una storia della Russia del prof. Platonof, dell'ex Università di Pietroburgo, un grosso volume di circa 1000 pagine.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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