Ma è una cosa normale per me e perciò non mi preoccupa troppo. Però mangio un chilo d'uva al giorno, quando la vendono, quindi non posso morir di fame: l'uva la mangio volentieri ed è di ottima qualità. - Avevo già letto un articolo dell'editore Formiggini a proposito delle cattive traduzioni e delle proposte fatte per ovviare questa epidemia. Uno scrittore avendo addirittura proposto di rendere responsabili penalmente gli editori per gli spropositi stampati da loro, il Formiggini rispondeva minacciando di chiudere bottega perché anche il piú scrupoloso editore non può evitare di stampar strafalcioni e con molto spirito vedeva già una guardia di P. S. presentarsi a lui e dirgli: «Si levasse e venisse con mia in Questura. Dovesse rispondere di oltraggio alla lingua italiana!» (i siciliani parlano un po' cosí e molte guardie sono siciliane). La quistione è complessa e non sarà risolta. I traduttori sono pagati male e traducono peggio. Nel 1921 mi sono rivolto alla rappresentanza italiana della Società degli autori francesi per avere il permesso di pubblicare in appendice un romanzo. Per 1000 lire ottenni il permesso e la traduzione fatta da un tale che era avvocato. L'ufficio si presentava cosí bene e l'avvocato-traduttore sembrava essere un uomo del mestiere e cosí mandai la copia in tipografia perché si stampasse il materiale di 10 appendici da tener sempre pronte. Però la notte prima dell'inizio della pubblicazione volli, per scrupolo, controllare e mi feci portare le bozze di stampa.
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