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      - Però scriverò degli appunti e magari farò la stesura preparatoria di una futura nota. Vedi quanti pasticci ti ho scritto? Tutto perché non sono sicuro che la lettera ti arrivi a tempo e non rimanga invece giacente per qualche settimana sul tuo tavolino ad aspettare il tuo ritorno. Altrimenti avrei scritto, come al solito, anche la parte per Giulia; vuol dire che la prossima volta scriverò tutte quattro le pagine per lei. - Ancora: - vedi se puoi procurarti il Catalogo generale del materiale scolastico e sussidi didattici della Casa Editrice G. B. Paravia, che ha una succursale anche a Milano e a Roma. E ancora: - ti ricorderai questa volta delle fave americane? Credo che bisogni andare in una grande farmacia che abbia possibilmente anche un laboratorio, per trovarle. (Tutto nell'ipotesi che la lettera ti raggiunga!). - Carissima, ti abbraccio affettuosamente.
      Antonio
     
      136.
     
      4 novembre 1929
     
      Cara Tatiana,
      finalmente è ritornato il turno della tua lettera, dopo due mesi. Mi sono riletto le cartoline da te inviatemi nel frattempo, ma non sono riuscito a ridestare i sentimenti «frenetici» che sentivo di volta in volta che esse arrivavano. Sto diventando un vero fakiro; tra breve sarò capace di inghiottire le spade e di passeggiare a piedi nudi sulle lame Gillett. Tu forse farai la faccia stranita a questo esordio un po' melodrammatico, e a me dispiace molto di doverti rimproverare ma bisogna che lo faccia, necessariamente, per non essere costretto un'altra volta a darti qualche dispiacere molto grosso, come sarebbe, per esempio, quello di interrompere ogni corrispondenza e ogni altra forma di rapporti.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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