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      Ma voglio tuttavia persuaderti che si tratta di una cosa enormemente importante per me, sulla quale non voglio che si eserciti nessuna ingerenza e a causa di cui sono deciso a risoluzioni recise, come quella di rompere ogni rapporto. Ti prego di considerare molto seriamente ciò che ti scrivo, perché ho riflettuto molto e sono stato qualche notte senza dormire, assillato come ero dalle tue cartoline alle quali non potevo ancora rispondere. Tu mi avevi già dato un dispiacere molto forte, quando mi accennasti a quella certa proposta da te fatta a Giulia parecchio tempo fa; ho fatto molto male allora a non darti un'impressione piú recisa di disapprovazione. Mi lasciavo intenerire dalle tue premure per me e mi dispiaceva di addolorarti. Ma ora mi sono fakirizzato anche da questo punto di vista e ho paura addirittura di facchinizzarmi e di finire nelle male parole. Ma credo che tu d'ora in avanti sarai molto cauta, poiché sono sicuro che mi vuoi bene e ti dispiace di avermi cosí profondamente ferito e addolorato. Non addolorarti troppo tu per ciò che ti ho scritto; rompi ogni pratica con l'avv. Niccolai, e se vuoi, riferiscigli la parte di questa lettera che lo riguarda. Non mandarmi nulla, né libri né altro, che io non ti abbia domandato; attieniti in modo rigorosissimo a questa norma, senza eccezioni di nessuna sorta, né di tempo, né di luogo, né di occasione speciale. - Mi dispiace di essere stato nella necessità di occupare tutta la lettera con questa quistione. Spero che questa volta ti curerai sul serio e non farai piú tante cose strampalate a danno della tua salute.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Giulia