Se puoi ritira anche gli ordini per le discussioni dinanzi alla Camera dei Deputati: ho letto che questa parte deve essere pubblicata in volume con prefazione dell'on. Federzoni, cioè in una forma piú comoda e piú maneggevole.
Ho visto che Giulia non ha ancora scritto, dopo tanto tempo. Ciò mi addolora. Non può trattarsi solo di mancanza di tempo. A me non ha scritto da circa quattro mesi e nel frattempo io le ho scritto due volte senza avere risposta. Ciò mi mette in un certo disagio, che mi è difficile superare. Non sarei piú capace di scriverle, senza prima aver ricevuto qualche sua notizia diretta. Penso che qualche sua lettera sia andata perduta. È possibile. È possibile anche che lei si maravigli che io non le scriva, se ha scritto e le sue lettere si sono perdute. Allo stato dei fatti da me controllabili, io ho scritto due volte senza aver risposta e mi trovo imbarazzato a scrivere una terza volta. - Sai, adesso mi sto abituando all'idea che, poiché sono in carcere, posso aver diritto a qualche riguardo. Ci ho pensato molto a questo «sentimento», dopo averti scritto l'ultima lettera. Un po' ho riso di me stesso perché mi sono ricordato di una commedia del cinquecento in cui appaiono come personaggi alcuni lanzichenecchi ubbriachi che su per giú fanno questo ragionamento: «Nui lanzi essere molto fortunati; noi rubare, bastonare italiani, violentare italiane, poi dire che essere ubbriachi». Tuttavia ho pensato che la mia non è solo una pretesa da lanzo ubbriaco e che l'essere in prigione non è proprio simile all'essere ubbriachi.
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Camera Deputati Giulia
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