Quindi se la classificazione delle lingue sia da fare meglio secondo la distribuzione geografica o secondo il processo storico di filiazione. Ecc. ecc. - Questa è anche la ragione per cui neanche questa volta scrivo a Giulia. Non so proprio cosa scrivere. E non voglio scrivere una lettera di convenienza, come si dice. Devo ancora riflettere su alcuni problemi e senza averli risolti, non riesco a scrivere. (Non so neanche se riuscirò a risolverli). Il problema fondamentale è questo: devo pensare a Giulia e trattare con lei secondo gli schemi della banale psicologia che ordinariamente si attribuisce al mondo muliebre? Ciò mi ripugnerebbe in sommo grado. Eppure... Come ti pare che debba essere interpretata la sua lettera dove dice che dopo la mia lettera del 30 luglio si è sentita piú vicina a me, però è rimasta quattro mesi senza scrivermi proprio dopo quella lettera. Io finora non sono riuscito a trovare la sintesi superiore di questa contraddizione e non so se riuscirò a trovarla. Perciò mi astengo. Tu scrivi che non sai deciderti a mandare a Giulia la mia ultima lettera, perché potrebbe farle male. È certo che le farà del male, ma non credo che questa sia una buona ragione. Sono anzi sicuro che ella stessa preferisca conoscere esattamente il mio stato d'animo. Credi che io sia allegro, di scrivere queste cose? Ma sono giunto al punto in cui mi trovavo come ho già detto, quando ero all'Università: allora non scrivevo mai lettere. Quando io mi trovo dinanzi a una quistione che non posso risolvere e mi convinco che realmente non posso risolverla, io l'abbandono e non ci penso piú. Lo faccio, per un rispetto a me stesso e più per un rispetto agli altri: io stimo troppo Giulia per considerarla come una borghesuccia sentimentale, che so io? come la protagonista di Eugenio Oneghin, per esempio.
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Giulia Giulia Giulia Università Giulia Eugenio Oneghin
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