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      Ne nasce una nuova forma di disordine intellettuale molto interessante.
      A tutte queste cose mi ha fatto pensare la tua lettera. Può darsi, anzi è molto probabile, che qualche mio apprezzamento sia esagerato e addirittura ingiusto. Ricostituire da un ossicino un megaterio o un mastodonte era proprio di Cuvier, ma può avvenire che con un pezzo di coda di topo si ricostruisca invece un serpente di mare.
      Ti abbraccio affettuosamente.
      Antonio
     
      141.
     
      13 gennaio 1930
     
      Carissima Tania,
      ho ricevuto con qualche giorno di ritardo la tua lettera del 5, perché essa è stata tassata, certamente per errore. Tu l'hai spedita da Turi, indubbiamente, e quindi l'affrancatura di 25 cent. era giusta. Occorrerà fare un ricorso. In ogni modo ti avverto che se in questo caso l'ufficiale postale ha avuto torto, in altri casi egli ha avuto ragione: tu riempi troppo le cartoline dalla parte dell'indirizzo, e invece non bisogna scrivere mai sopra la dicitura «Cartolina postale» e forse neanche sopra lo stemma dello Stato. La cartolina viene tassata di 40 cent. e ritarda qualche volta tre giorni per via delle pratiche occorrenti.
      Ti ringrazio delle notizie sulla famiglia che mi hai mandato. Quanto al mio stato d'animo, penso che tu non l'abbia perfettamente capito. Però ti dirò che è difficile capire queste cose, perfettamente, a chiunque, perché troppi elementi concorrono a formarle, e molti di essi è quasi impossibile immaginarli; tanto meno è quindi possibile immaginare il complesso in cui si combinano. In questi giorni, proprio, ho letto un libro, Dal 1848 al 1861, nel quale sono raccolte lettere, scritti, documenti riguardanti Silvio Spaventa, un patriotta abbruzzese, deputato al Parlamento napoletano del '48, arrestato dopo il fallimento del moto nazionale, condannato all'ergastolo e liberato nel 1859 per le pressioni della Francia e dell'Inghilterra; in seguito ministro del Regno e una delle personalità piú spiccate del partito liberale di destra fino al 1876. Mi è sembrato che in molte sue lettere, col linguaggio del tempo, cioè alquanto romantico e sentimentale, egli esprima perfettamente degli stati d'animo simili a quelli che io spesso attraverso.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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