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      Il poveretto è molto triste per la sua disoccupazione ed è preoccupato, perché, non avendomi mandato dei soldi da qualche mese, pensa che io sia sprovvisto; scrivigli che ho ancora dei soldi e ne avrò per alcuni mesi ancora. D'altronde potrò scrivergli io stesso fra giorni, perché ci sarà la lettera straordinaria di Pasqua. Carissima, sono contento perché fai, come dici, la cura delle uova. Questo mi pare fondamentale per te; io sono convinto, per esperienza, che una parte notevole del tuo malessere è determinato dallo scarso nutrimento. Devi cercare di aumentare almeno di dieci chili e ridiventare com'eri quando frequentavi l'Università, com'eri come appari in una fotografia che ricordo, presa nella clinica dell'Università, mi pare. Devi proprio fare cosí.
      Ti abbraccio teneramente.
      Antonio
     
      150.
     
      21 aprile 1930
     
      Carissima Tania,
      nel pomeriggio di Pasqua ho ricevuto il tuo pacco e ho potuto cosí ancora mangiare qualcosa: la famosa «colomba», che aveva intrigato molto, perché si credeva trattarsi di una colomba cotta e la si cercava invano nell'involto. Io ho pensato che tu avevi battezzato «colomba», alla milanese, la ciambella con le uova, che non so come chiamino a Turi e che propriamente non può essere chiamata «colomba», perché questa a Milano ha realmente lo stampo generale di un volatile con le ali distese e qualcosa nel becco a imitazione dell'ulivo, mi pare. In ogni modo, colomba o altro esemplare della fauna meridionale, il biscotto era abbastanza buono e serví a festeggiare la giornata: ed io ti ringrazio di tutto cuore.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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