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      Come hai passato queste giornate? Sei stata bene e hai potuto uscire ad ammirare «il popolo in festa»? Lo spero. Per me il tempo è passato come sempre, né bene, né male, salva l'emozione che provo sempre quando ricevo qualcosa di fuori, emozione piacevole e confortante propria dell'uomo «animale socievole», quando sente concretamente di appartenere ad una comunità «volontaria» oltre a quella cui è costretto a sottostare come numero di una serie. Carissima, queste giornate umide e nebbiose mi hanno alquanto snervato; non ho proprio voglia di scrivere. Mi preme però ricordarti tre cose:
      1° Mio fratello mi ha scritto di aver già ricevuto la sentenza del Tribunale Speciale; ecco dunque che anche tu non dovrai piú preoccupartene. 2° Mi hai scritto che vuoi mandarmi dei preparati per iniezioni. Ti prego di non farlo e di non cercare di discutere in argomento. Sono deciso di non fare in carcere iniezioni ricostituenti e nessuno mi smuoverà. Se riceverò qualcosa, lo farò respingere e non ti accennerò piú nemmeno alla cosa. 3° Scrivi una cartolina alla Libreria, avvertendo che non ho ricevuto il n. 12 del 25 marzo scorso dalla «Rassegna della Stampa Estera», mentre proprio oggi sono arrivati i n. 13 e 14 successivi. Non so se si è perduto un piego raccomandato o se il fascicolo è stato smarrito in altro modo; in ogni modo vorrei che me lo procurassero e inviassero.
      Carissima, ti ringrazio nuovamente e ti abbraccio teneramenteAntonio
     
      Se hai voglia scrivi a mia madre che ho ricevuto quanto mi ha mandato e che ho gustato assai il pane sardo, quantunque fosse ormai cosí duro da far sanguinare le gengive: però non aveva sofferto niente per il sapore.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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