Al mio paese questo rettile si chiama scurzone, che vorrebbe dire scorciato (curzu vuol dire corto) e il nome si riferisce certamente al fatto che sembra una biscia scorciata (bada che c'è anche l'orbettino, che alla poca lunghezza unisce la proporzionata sottigliezza del corpo). A Santu Lussurgiu dove ho fatto le tre ultime classi del ginnasio, domandai al professore di Storia Naturale (che veramente era un vecchio ingegnere del luogo) come si chiamasse in italiano lo scurzone. Egli rise e mi disse che era un animale immaginario, l'aspide o il basilisco, e che non conosceva nessun animale come quello che io descrivevo. I ragazzi di Santu Lussurgiu spiegarono che nel loro paese scurzone era appunto il basilisco, e che l'animale da me descritto si chiamava coloru (coluber latino), mentre la biscia si chiamava colora al femminile, ma il professore disse che erano tutte superstizioni da contadini e che biscie con le zampe non ne esistono. Tu sai come faccia rabbia a un ragazzo sentirsi dar torto quando invece sa di aver ragione o addirittura essere preso in giro come superstizioso in una quistione di cose reali; penso che a questa reazione contro l'autorità messa a servizio dell'ignoranza sicura di se stessa è dovuto se ancora mi ricordo l'episodio. Al mio paese poi non avevo mai sentito parlare delle qualità malefiche del basilisco-scurzone, che però in altri paesi era temuto e circondato di leggende. - Ora appunto nel Larousse ho visto nella tavola dei rettili un sauriano, il seps, che è appunto una biscia con quattro zampette (il Larousse dice che abita la Spagna e la Francia meridionale, è della famiglia degli scincidés il cui rappresentante tipico è lo scinque (forse il ramarro?
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