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      Dovresti proprio impegnarti solennemente con me (con prestazione della parola d'onore) di prendere ogni mattino tre tuorli d'uovo sbattuti nello zucchero col caffè caldo e in ogni lettera assicurarmi d'aver rispettato l'impegno. Lo vuoi fare? Sembra una cosa da ridere, eppure credo che sarebbe forse una cosa molto seria.
      In questi ultimi giorni c'è stata una piccola novità reale. Mi è stato comunicato il condono di un anno, quattro mesi e cinque giorni di pena: la pena complessiva è cosí ridotta a 19 anni sani e il giorno della scarcerazione dal 25 maggio 1947, è stato portato al 20 gennaio 1946. Nell'avviso si accennava a una declaratoria del Tribunale Speciale del maggio 1930 in dipendenza del decreto del 1° o 2 gennaio che si riferisce alla misura presa in occasione del matrimonio del principe ereditario. Come vedi si tratta di una novità vera e propria, perché ormai era radicata la persuasione che il decreto del gennaio non si applicasse ai condannati del Tribunale Speciale: invece si è avuto il condono ed io, come molti altri, non ho avuto un anno, ma bensí un anno, quattro mesi e cinque giorni. Come si spiega tutto ciò? Io lo spiego cosí: nelle condanne inflitte per supposti reati commessi prima della legge speciale e quindi giudicati col vecchio codice Zanardelli, i capi di imputazione sono parecchi: io avevo sei capi di imputazione che portavano complessivamente 31 anni e 8 mesi tra reclusione e detenzione, ridotti per il cumulo giuridico a 20 anni, 4 mesi e 5 giorni.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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